Ultimo aggiornamento il 22 giugno 2022 a cura di Divernet
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Le spugne di mare sono sempre state considerate creature sessili, incapaci di muoversi autonomamente dopo lo stadio larvale. Privi di organi di locomozione o di sistema nervoso, si pensava che semplicemente si sistemassero attaccati a un substrato.
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Ma gli scienziati che studiano la vita marina nelle profondità dell’Artico sono rimasti sorpresi nello scoprire che le spugne lasciano tracce nei sedimenti del fondale marino indicando che vagano, anche se solo per pochi centimetri all’anno.
I ricercatori, guidati dall'Istituto Alfred Wegener e dall'Istituto Max Planck per la microbiologia marina in Germania, erano in spedizione a bordo della rompighiaccio Stella polare, utilizzando un ROV e un sistema di telecamere trainate. Le loro immagini ad alta risoluzione sono state catturate sul monte sottomarino Karasik, a circa 220 miglia dal Polo Nord.
I sentieri delle spugne correvano in tutte le direzioni, anche in salita. "Non ci sono forti correnti nelle profondità del mare artico che potrebbero spiegare le strutture trovate sul fondo del mare", ha detto il leader della spedizione, il professor Anthe Boetius.
"La sommità della montagna sottomarina era densamente popolata di spugne", ha detto il suo collega Autun Purser. “Il 69% delle nostre immagini mostrava tracce di spicole di spugna, molte delle quali portavano ad animali vivi”.
Le spicole sono piccole spine che sostengono il corpo della spugna, ma che sembrano essere lasciate indietro quando si muovono, lasciando tracce rivelatrici. Questi potrebbero accumularsi in stuoie alte diversi centimetri e lunghe molti metri, composte da strati di tubi vermi vuoti e conchiglie bivalvi.
Sono state osservate tracce di spicole densamente intrecciate collegate alla parte inferiore delle singole spugne vive.
"Questa è la prima volta che sono state osservate abbondanti tracce di spugne in situ e attribuite alla mobilità delle spugne", ha affermato la biologa marina Teresa Morganti, autrice principale di uno studio sulle tracce di spugne. La spedizione ha avuto luogo nel 2016 ma i risultati sono stati appena pubblicati su Current Biology.
Gli scienziati ritengono possibile che altre spugne, soprattutto quelle giovani, possano nutrirsi delle spicole, e ora vogliono determinare perché i filtratori si muovono e come scelgono la loro direzione di viaggio. Le possibilità includono il foraggiamento nell’ecosistema povero di nutrienti, la ricerca di migliori condizioni ambientali o la distribuzione della prole.