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I sommozzatori spagnoli scoprono monete d'oro romane
Immagine: Università di Valencia.
Un totale di 53 monete d'oro romane perfettamente conservate sono state trovate sul fondale marino al largo dell'isola spagnola di Portitxol, a est di Valencia, in seguito alla scoperta casuale delle prime otto da parte di due apneisti ricreativi.
La scoperta di Luis Lens e Cesar Gimeno ha innescato uno scavo sottomarino condotto da archeologi dell'Università di Alicante, i quali affermano che ciò che hanno trovato rappresenta uno dei più grandi tesori di tali monete mai trovati in Europa.
Insieme agli archeologi si sono tuffati membri della Brigata speciale subacquea della Guardia civile spagnola. Oltre alle monete, i subacquei hanno trovato tre chiodi, probabilmente di rame, e resti di piombo gravemente deteriorati che potrebbero provenire da una cassa di mare.
Le monete sono state datate al periodo tardo romano, tra la fine del IV e l’inizio del V secolo d.C., da scienziati dell’Istituto di ricerca in archeologia e patrimonio storico dell’Università.
Le monete erano così ben conservate che le loro iscrizioni erano facili da leggere. Derivano dai periodi di governo di cinque imperatori: Valentiniano I (tre monete), Valentiniano II (sette), Teodosio I (15), Arcadio (17) e Onorio (10). Solo una moneta aveva un'iscrizione indecifrabile.
24 settembre 2021
Il professore di storia antica Jaime Molina dell’università ha guidato la squadra e ha descritto il bottino come un “eccezionale ritrovamento archeologico e storico”.
Si ritiene possibile che le monete siano state nascoste intenzionalmente per proteggerle dagli invasori barbari. Dal 409 d.C. cominciò il collasso dell’Impero Romano d’Occidente quando popoli come gli Alani, i Vandali e gli Svevi avanzarono e saccheggiarono tutta la penisola iberica.
Le monete saranno restaurate per essere esposte nel Museo Archeologico ed Etnografico Soler Blasco di Xabia, e il governo valenciano ha stanziato fondi per continuare gli scavi sottomarini nella zona. Precedenti ritrovamenti includevano ancore, anfore e ceramiche di periodi diversi.
Nel frattempo un relitto al largo di un antico porto romano vicino alla città di Sitia a Creta è stato scavato da archeologi sottomarini sotto la supervisione dell'Eforato greco delle antichità sottomarine.
Le ricerche subacquee nel Golfo di Paleokastro hanno rivelato principalmente anfore intatte del II secolo d.C., che giacevano sul fondo del mare mentre sarebbero state caricate sulla nave. Dal loro design si pensa che la nave commerciasse dalla penisola iberica.
L'indagine subacquea è stata condotta in collaborazione con l'Università di Toronto e la British School of Athens, mentre i ricercatori cercano di saperne di più sul porto. Sono stati rinvenuti anche resti di antichi edifici e vasi di stoccaggio chiamati pithos della civiltà minoica del 3000 a.C. circa, nonché strutture di epoca romana.