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Rilevati sussurri di balena franca
Immagine: Lauren Packard, NOAA.
Le madri della balena franca del Nord Atlantico abbassano il volume dei loro normali richiami quando comunicano con i loro vitelli, per evitare di attirare i predatori. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricerca statunitense che lavora nelle zone di parto delle balene al largo della Florida e della Georgia.
Le balene franche hanno pochi predatori, ma mentre sono ancora piccoli i loro vitelli possono essere vulnerabili agli attacchi di orche o squali. Le madri possono nascondere efficacemente i loro piccoli alla vista nelle acque torbide, ma ciò potrebbe lasciare i predatori a cacciarli tramite il suono.
Il team guidato da Susan Parks della Syracuse University comprendeva ricercatori della National Oceanic & Atmospheric Administration (NOAA) Fisheries e della Duke University. Parks studia la bioacustica delle balene da più di 20 anni.
Le etichette per la registrazione del suono sono state attaccate alle balene utilizzando ventose. I dati sono stati raccolti non solo dalle coppie madre-vitello, ma anche dai giovani più anziani e dalle balene gravide per il confronto.
È stato scoperto che le madri con vitelli giovani riducono drasticamente i segnali abituali, forti e a lunga distanza, utilizzati per comunicare con altri adulti, producendo invece grugniti brevi e molto morbidi, udibili solo tra la coppia. I sensibili dispositivi di registrazione hanno reso i suoni udibili per la prima volta.
"Questi suoni possono essere pensati quasi come un sussurro umano", ha detto Parks. “Permettono alla madre e al cucciolo di rimanere in contatto tra loro senza pubblicizzare la loro presenza ai potenziali predatori della zona”.
20 ottobre 2019
Le balene franche del Nord Atlantico sono tra le specie di balene più a rischio, con un numero che scende a circa 420. Hanno un basso tasso di natalità e, a parte gli attacchi di orche e squali ai loro piccoli, affrontano il rischio di collisioni con grandi navi e attrezzature da pesca. intreccio.
Una femmina riproduttiva che Parks aveva precedentemente studiato è stata trovata morta a giugno nell'affollato Golfo di San Lorenzo, e il team spera che il loro rapporto, pubblicato sulla rivista Biology Letters della Royal Society, contribuirà a migliorare gli sforzi di conservazione.