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I Nemos hanno bisogno di buone case, non di geni
Pesci pagliaccio sul loro anemone sull'isola di Kimbe. (Foto: Simon Thorrold/OMS)
Il successo a lungo termine del pesce pagliaccio dipende più dal vivere in un buon vicinato che dall’avere buoni geni. Questa è la conclusione di un team internazionale di biologi marini al termine di uno studio decennale condotto sulle immersioni subacquee su una barriera corallina in Papua Nuova Guinea.
Si dice che il programma di ricerca collaborativa sia il primo nel suo genere a valutare la capacità genetica di una popolazione marina naturale di adattarsi ai cambiamenti ambientali. Guidato dal Centro nazionale francese di ricerca scientifica (CNRS), ha coinvolto anche ricercatori provenienti da Australia, Stati Uniti, Arabia Saudita e Cile.
Sono stati stabiliti alberi genealogici per l'intera popolazione di pesci pagliaccio arancioni selvatici (anfiprione percula) su un'isola nell'hotspot di biodiversità PNG, Kimbe Bay. Gli scienziati hanno affrontato il compito “estremamente impegnativo” di identificare ciascun pesce individualmente e campionare il suo DNA per stabilire rapporti familiari nel corso di cinque generazioni successive.
Ciò ha permesso loro di valutare la capacità della popolazione di persistere e il potenziale genetico dei pesci di adattarsi a cambiamenti ambientali sempre più rapidi, un potenziale che si è rivelato vicino allo zero.
“I set di dati genetici a lungo termine per gli individui all’interno di una popolazione marina sono incredibilmente rari”, ha spiegato il coautore Dr Benoit Pujol del CNRS. “Fino ad ora non disponevamo dei dati necessari per rispondere a questa domanda”.
Si è scoperto che il successo riproduttivo dei pesci pagliaccio dipende quasi interamente dal fatto che trovino case di anemoni di alta qualità.
"Per un pesce pagliaccio, non è 'chi' sei, ma 'dove' sei che conta per il tuo futuro successo riproduttivo", ha affermato il coautore Prof Geoff Jones, dell'ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies presso la James Cook University in Australia. .
“In termini di geni, i pesci pagliaccio sono bravissimi nel trovare un habitat adatto. Il resto è questione di fortuna: di essere nel posto giusto al momento giusto. Il successo delle grandi famiglie che si estendono per molte generazioni è legato agli habitat di alta qualità, non ai geni condivisi”.
1 Dicembre 2019
“Non esistono particolari varianti genetiche che contribuiscano a fornire più prole alla generazione successiva. La qualità dell’anemone ospite contribuisce maggiormente alla capacità del pesce pagliaccio di rinnovare la sua popolazione”.
Se gli anemoni di alta qualità rimanessero sani, la popolazione dei pesci pagliaccio sopravviverebbe ma, come sottolinea lo studio, gli anemoni, come i coralli, sono direttamente minacciati dai cambiamenti climatici. Le loro alghe simbiotiche se ne vanno quando sono sotto stress, come quando le acque dell’oceano si riscaldano, e se non ritornano gli anemoni muoiono di fame.
“Nemo è in balia di un habitat che si sta degradando sempre di più ogni anno”, ha affermato il coautore Dr Serge Planes del CNRS. “Aspettare che un pesce pagliaccio si adatti geneticamente a un ritmo che gli permetta di persistere è irragionevole”.