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Spirula spirula, il calamaro dal corno di ariete, era noto per via dei gusci scartati sulle spiagge, ma non era mai stato registrato prima nel suo habitat naturale di acque profonde, fino ad ora.
Una telecamera ROV operante a una profondità di 861 metri ha catturato un esemplare di 7 cm di specie di cefalopodi, sorprendendo gli scienziati dello Schmidt Ocean Institute che si aspettavano di studiare le meduse.
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Stavano schierando il ROV SuBastian dalla nave da ricerca Falcor sulla Grande Barriera Corallina australiana, nell'ambito di una spedizione durata un anno che ha già riservato numerose sorprese – Tra cui la barriera corallina precedentemente sconosciuta segnalato su Divernet la settimana scorsa.
Nel video di un'ora, uno scienziato esclama: “Cosa diavolo…?” mentre il raro calamaro appare sullo schermo.
"Qualche esperto di cefalopodi sa chi è questo amico calamaro?" ha poi chiesto il team su Twitter. Dopo alcuni suggerimenti scherzosi che coinvolgevano i Minion, fu presto confermato che era stata catturata una spirula video per la prima volta.
Il corno di montone è considerato una delle specie di calamari più insolite. Le seppie portano nella coda un guscio interno contenente camere a gas che usano per controllare la loro galleggiabilità, ma il calamaro dal corno di ariete è l'unico altro mollusco conosciuto ad aver sviluppato una tale disposizione.
Lo scheletro del calamaro è strettamente avvolto, a differenza di quello della seppia, e il suo design ricorda quello dei nautili, che hanno conchiglie esterne.
Gli esperti che hanno studiato il nuovo filmato sono rimasti particolarmente sorpresi nel vedere il calamaro dal corno di ariete fluttuare a testa in su. fini giù. A causa del suo guscio galleggiante e della testa relativamente pesante, si sarebbero aspettati che fosse il contrario.
Ciò significa anche che il suo “fotoforo” generatore di luce montato sulla coda, utilizzato dalle creature degli abissi per individuare le prede, è rivolto verso l’alto. Questo sarebbe normalmente considerato un accordo inutile perché lascia la creatura esposta ai predatori sottostanti.