Ultimo aggiornamento il 10 aprile 2022 a cura di Divernet
NOTIZIE SULL'IMMERSIONE
Minaccia dei metalli pesanti per i molluschi
Una capesante danneggiata dal metallo. (Foto: Dott.ssa Bryce Stewart / Università di York)
Secondo un nuovo importante studio condotto da scienziati dell’Università di York, l’inquinamento da metalli derivante dalle miniere storiche sembra indebolire le conchiglie di capesante e minacciare gli ecosistemi marini al largo delle coste dell’Isola di Man.
La loro ricerca suggerisce che la contaminazione dei sedimenti del fondale marino con zinco, piombo e rame derivanti dalle operazioni minerarie che hanno raggiunto il picco a metà del XIX secolo sta facendo sì che i gusci delle capesante diventino significativamente più sottili e fragili.
Ciò rende i molluschi più vulnerabili allo schiacciamento delle chele di granchio e aragosta. I risultati sono stati sorprendenti dato che l’ultima grande miniera dell’Isola di Man è stata chiusa 112 anni fa.
I ricercatori hanno confrontato le capesante raccolte in sei aree del Mare d'Irlanda intorno all'Isola di Man per un periodo di 13 anni. Hanno mostrato una crescita e una resistenza normali dei gusci, tranne in un'area nota per essere contaminata da inquinamento da metalli, al largo del villaggio di Laxey, sulla costa orientale.
L'analisi ha mostrato che le conchiglie di Laxey erano significativamente indebolite e che i tassi di danni letali erano due volte più alti rispetto alle aree incontaminate. La contaminazione da metalli è comune in molte aree costiere del mondo, affermano i ricercatori, preoccupati che altri molluschi marini come cozze, ostriche e vongole, che insieme forniscono oltre il 25% dei prodotti ittici mondiali, potrebbero essere colpiti in modo simile.
Prove di danni alle conchiglie sono state trovate anche in aree con livelli di contaminazione attualmente considerati accettabili, affermano, sostenendo che tali livelli dovrebbero ora essere rivisti.
9 novembre 2020
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“Il fatto che livelli relativamente bassi di contaminazioni da metalli pesanti sembrino influenzare la struttura e la resistenza del guscio in modo così potente rappresenta una sfida per le strategie di gestione e conservazione delle specie marine”, ha affermato l’autore principale dello studio, il dottor Bryce Stewart.
“Ciò è particolarmente vero dato che gli effetti che abbiamo osservato potrebbero essere amplificati in futuro dalle attività umane in corso e dai cambiamenti climatici”.
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