Ultimo aggiornamento l'4 settembre 2024 di Squadra Divernet
Un'ancora di pietra di 2300 anni fa su cui è inciso il simbolo di un delfino è stata recuperata da subacquei al largo della costa nord-occidentale della Sicilia.
I sommozzatori sono stati inviati dalla Soprintendenza del Mare, che vigila sulla tutela del patrimonio sottomarino dell'isola italiana.
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Hanno usato il sollevamento borse hanno recuperato la piccola ancora a una profondità di 19 metri al largo della cittadina di San Vito Lo Capo il 23 maggio e l'hanno portata alla base nel capoluogo Palermo per la conservazione.
Il sommozzatore locale Marcello Basile, che originariamente aveva trovato l'ancora, aveva avvertito la Sovrintendenza che qualcuno aveva tentato di spostarla: "Avevamo bisogno di salvaguardare questa testimonianza del nostro patrimonio", hanno detto i funzionari.
L'ancora risale all'epoca ellenistico-romana (IV-III secolo a.C.) che seguì la morte di Alessandro Magno e durante la quale fiorì in tutto il Mediterraneo la cultura greca.
Presenta una sezione centrale a scatola, con il delfino raffigurato in rilievo su una delle pinne.
Si riteneva che il delfino, simbolo associato alla dea Afrodite Euploia, aiutasse i marinai a navigare in sicurezza e a prevenire naufragi.
Il simbolo continuò a essere utilizzato come portafortuna sulle barche da pesca del Mediterraneo fino al XX secolo.
Molti reperti, come l'ancora segnalata alle autorità dai sommozzatori in giro per la Sicilia, sono stati lasciati in situ.
Oltre a una rete di sommozzatori locali che tengono d'occhio i reperti marittimi, la Soprintendenza del Mare utilizza dispositivi come boe antifurto per il rilevamento del movimento per monitorare questi siti.