Ultimo aggiornamento il 13 dicembre 2021 a cura di
RECENSIONE DEL DVD
Sea of Life (documentario) Diretto da Julia Barnes
Subito dopo il recente documentario ambientale Chasing Coral, recensito in queste pagine (One-Sided But Right-Sided, settembre) arriva un’altra polemica sul danno probabilmente irreversibile che stiamo causando al mondo sottomarino della Terra.
CHASING CORAL È STATO FORTUNATO in quanto ha ottenuto la distribuzione tramite Netflix, uno dei canali di distribuzione più influenti oggi in circolazione. Ciò significa che alcune persone potrebbero riuscire a guardarlo che altrimenti non sarebbero state interessate, se riuscissero a staccarsi da Suits abbastanza a lungo.
Poiché Sea of Life è su Vimeo, e devi trovarlo e poi pagare una tariffa una tantum per guardarlo, è più che probabile che predicherà principalmente ai convertiti.
Il che è un peccato, perché è un film estremamente ben realizzato e ponderato, con molti buoni contenuti subacquei (in modo divertente, i nomi di tutte le creature marine sono messi in ordine di apparizione accanto alle teste parlanti nei titoli di coda).
Il messaggio è incessantemente cupo ed elegiaco, ovviamente, il che non attirerebbe comunque gli spettatori occasionali in cerca di intrattenimento leggero.
Sono solo le immagini della vita marina che danno sollievo, anche se anche in quel caso continui a pensare: "Mi chiedo per quanto tempo continueremo a poter vedere spettacoli del genere?"
Laddove alcuni documentari di questo tipo, come Racing Extinction di Louie Psihoyos, terminano con una nota affermativa e suggeriscono che c'è ancora tempo per fare qualcosa per la difficile situazione degli oceani, questo riconosce cupamente ma realisticamente la sensazione che gli attivisti parlino all'infinito con altri attivisti piuttosto che che riuscire a convincere i game-changer.
Se si vuole cambiare il gioco, saranno necessarie nuove forme di attivismo per sfruttare quella che è certamente una significativa ondata di sentimenti, guidata dalle generazioni più giovani che sopporteranno il peso della nostra sconsideratezza.
Julia Barnes ha viaggiato in giro per il mondo filmando sott'acqua e in superficie e parlando con un'incredibile schiera di esponenti del fronte popolare della conservazione sottomarina, incluso lo stesso Psihoyos, che descrive ciò che viene raggiunto ora come un semplice "triage", la dottoressa Sylvia Earle, Paul Watson, Madison Stewart e molti altri.
Ma sono i contributi premurosi del compianto Rob Stewart – il cui film Revolution del 2012 ha ispirato Barnes a realizzare Sea of Life – che mi sono rimasti impressi nella mente e mi hanno ricordato quale grande perdita sia la sua voce per il mondo delle immersioni.
Sempre articolato, la sua conclusione è che gli attivisti ambientali possono finire per sembrare che combattano il mondo invece di lottare per esso, una posizione che alla fine non porta a nulla di utile.
È sottolineato con forza che l’allevamento di animali per la loro carne rappresenta una delle maggiori minacce per gli oceani: “i maiali mangiano più pesce degli squali – che razza di mondo è questo?” chiede Paul Watson di Sea Shepherd.
Inoltre, anche se oggi fermassimo ogni pratica umana dannosa, ci vorrebbero comunque decenni solo per fermare l’attuale spirale discendente.
Julia Barnes è una giovane regista che rappresenta una generazione tutt'altro che entusiasta del futuro. Merita un grande merito per il suo film visivamente accattivante, per quanto pessimista possa essere il suo messaggio per i subacquei.
Probabilmente abbiamo già una buona idea dei problemi che affrontiamo, ma non fa mai male ricordarcelo.
Se i non convertiti riceveranno mai il messaggio è un’altra questione.
È apparso in DIVER novembre 2017
Produzioni oceaniche
Vimeo, 88 minuti, £ 2.18
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