È una novità rallegrare i subacquei attenti all'ambiente: è possibile che le interazioni uomo-squalo avvengano senza effetti a lungo termine sugli squali. Questo è secondo una ricerca recentemente pubblicata dagli scienziati dell'Università di California Santa Barbara e l'Università Internazionale della Florida.
I ricercatori sono partiti dalla premessa che, nonostante la rapida crescita del turismo marino, il suo impatto non era ben compreso, poiché la maggior parte degli studi si concentrava solo sui cambiamenti comportamentali negli squali derivanti dall’alimentazione o dall’esca.
Hanno invece effettuato osservazioni a lungo termine sulle differenze di residenza, abbondanza e comportamento degli squali del reef in risposta alle immersioni subacquee nel remoto atollo di Palmyra, nelle Isole della Linea Settentrionale tra le Hawaii e le Samoa americane nel Pacifico centrale.
Con sede in una stazione di ricerca scientifica lì, hanno utilizzato varie tecniche di rilevamento, incluso il funzionamento subacqueo a distanza video telecamere che trasportano piccole quantità di esche e monitoraggio acustico.
Palmira è un rifugio faunistico dove la pesca è vietata da 14 anni e le immersioni scientifiche, sebbene intensive, sono concentrate interamente in un piccolo numero di siti di immersione.
Sebbene i ricercatori sapessero che in precedenza era stato dimostrato che gli squali modificavano il loro comportamento nei confronti delle persone nell'acqua in brevi periodi di tempo, i risultati del loro sondaggio indicavano che tali cambiamenti probabilmente sarebbero stati di breve durata.
Non sono state rilevate differenze nell'abbondanza o nel comportamento degli squali di barriera tra i luoghi sottoposti a immersioni intense e quelli non immersi, e non sono state riscontrate differenze nei modelli di residenza nei siti immersi e nei siti non immersi durante un anno in cui si è assistito a una sostanziale attività subacquea e in un altro anno senza alcuna immersione.
“I nostri risultati suggeriscono che gli esseri umani possono interagire con gli squali del reef senza impatti comportamentali persistenti, e che un turismo ben regolamentato per le immersioni con gli squali può essere realizzato senza compromettere gli obiettivi di conservazione”, ha concluso l’autore principale Darcy Bradley.
Il rapporto, “No Persistent Behavioral Effects of Scuba-Diving on Reef Sharks”, è pubblicato nella serie Marine Ecology Progress e può essere scaricato qui
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20-Mar-17