I ricercatori hanno scoperto che il krill, i piccoli crostacei che rimangono nelle acque profonde durante il giorno ma si spostano verso la superficie durante la notte, sono un’importante fonte di cibo per mante e mante (mobulidi) nei mari tropicali quando i livelli di plancton in superficie sono bassi. La scoperta potrebbe, dicono, aiutare a proteggere le razze, molte delle quali sono in pericolo.
I mobulidi crescono e si riproducono lentamente, il che li rende vulnerabili alla pesca, e le popolazioni stanno diminuendo in varie località del mondo.
Studiare le loro abitudini alimentari potrebbe aiutare a ridurre le catture accessorie identificando le aree critiche di alimentazione in cui le razze si sovrappongono ai pesci bersaglio.
Finora, tuttavia, la ricerca è stata ostacolata dalla difficoltà di ottenere esemplari morti di specie in via di estinzione per analizzarne il contenuto dello stomaco.
Lo scorso novembre un team della Marine Megafauna Foundation (MMF), LAMAVE Filippine, Università del Queensland e Scripps Institution of Oceanography ha avuto accesso per sei mesi a un’attività di pesca mirata di mobulidi operante a Jagna, Bohol nelle Filippine.
Hanno scoperto che il contenuto dello stomaco di tutte le razze esaminate era dominato (91%) dal krill Euphasia diomedeae. Le razze più grandi avevano mangiato anche qualche piccolo pesce.
"Alcuni mobulidi avevano lo stomaco vuoto, mentre altri avevano appena terminato un pasto abbondante, il che dimostra che i mobulidi tropicali hanno una strategia di espansione e contrazione, nutrendosi in fitte zone di prede quando sono disponibili e poi subendo un periodo di fame fino a quando non trovano il cibo giusto." prossima preda”, ha affermato il dottor Chris Rohner, principale scienziato del MMF.
I raggi esaminati inclusi Manta birostris (la manta oceanica gigante) e Mobula tarapacana (Raggio del diavolo cileno), entrambi elencati come “vulnerabili” nella Lista Rossa IUCN delle specie minacciate, e Mobula giapponese (Mobula dalla coda spinata) e Mobula Thurstoni (raggio del diavolo di Bentfin), entrambi elencati come “quasi a rischio”.
La ricerca conferma la scoperta dello scorso anno del MMF e del Proyecto Mantas Ecuador secondo cui le mante giganti al largo di Isla de la Plata, in Ecuador, tendevano a nutrirsi di prede provenienti da 200-1000 metri di profondità piuttosto che di zooplancton superficiale.
Il nuovo studio, Mobulid Rays Feed on Euphasiids in the Bohol Sea, è pubblicato su Royal Society Open Science qui
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02-Jun-17