Ultimo aggiornamento il 13 dicembre 2021 a cura di Divernet
Un colorante fluorescente potrebbe fornire la soluzione per mappare e gestire le concentrazioni di microplastiche altrimenti invisibili negli oceani.
I detriti di plastica marina sono diventati un problema ambientale globale, ma solo i “vortici” accumulati sono facili da individuare, perché si stima che il 99% dei rifiuti di plastica sia costituito da minuscole particelle.
Questi includono le microsfere utilizzate nei cosmetici e nei prodotti per la pulizia, le fibre di abbigliamento e le plastiche più grandi trasformate in minuscoli pellet.
Queste particelle sono più abbondanti nell'acqua di mare superficiale e sulle coste, ma se non sono già nascoste nei sistemi digestivi della vita marina, sono troppo piccole per essere distinte a occhio.
I ricercatori dell’Università di Warwick e dell’Università di Plymouth affermano che test preliminari su diversi polimeri plastici indicano che Nile Red, un colorante fluorescente che si illumina una volta a contatto con determinate sostanze chimiche, può essere utilizzato per rivelare la posizione di queste microplastiche.
È stato utilizzato insieme alla microscopia a fluorescenza e al software di analisi delle immagini.
Il team ha prelevato campioni di sabbia della spiaggia e acqua di mare superficiale dalla costa di Plymouth e li ha analizzati per rilevare la presenza di microplastiche utilizzando sia la tecnica di colorazione che i metodi tradizionali. Per garantire che il colorante non macchiasse materiali di dimensioni simili come grassi o frammenti di legno, gli scienziati hanno lavato i campioni con acido nitrico.
Hanno scoperto che il loro metodo relativamente economico permetteva di analizzare un gran numero di campioni a grande velocità e hanno riferito di aver trovato molte più piccole microplastiche inferiori a 1 mm del previsto, e significativamente di più rispetto a quando si utilizzavano i metodi tradizionali.
Si è scoperto che gran parte della plastica proveniva da polipropilene scomposto, utilizzato negli imballaggi e nei contenitori per alimenti. Il metodo della tintura è stato in grado di rilevare particelle piccole fino a 5 micrometri, la larghezza di un capello umano.
Gli scienziati affermano che il loro metodo “presenta un cambiamento radicale nella capacità di rilevare piccole microplastiche sostituendo la soggettività dell’ordinamento visivo umano con una procedura sensibile e semi-automatizzata”. Affrontare l’inquinamento è un problema diverso….
Lo studio è pubblicato su Environmental Science & Technology.
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30-Nov-17
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