Vasti resti sottomarini della perduta città romana di Neapolis, scoperti da archeologi marittimi al largo della costa nord-orientale della Tunisia, hanno confermato che fu travolta da un catastrofico tsunami nel 365 d.C.
Antichi testi ricordano che lo stesso tsunami del Mediterraneo che sommerse gran parte della città causò gravi danni fino a Creta e all'Egitto.
I resti di 20 ettari, rinvenuti al largo della città di Nabeul, sono stati esaminati da un gruppo di sub formato dall'Istituto del Patrimonio Nazionale tunisino e dall'Università di Sassari in Sardegna.
Le indagini sul sito sono andate avanti per sette anni, ma solo le condizioni meteorologiche favorevoli di quest'estate hanno reso possibile la scoperta.
Gli archeologi hanno ora esplorato i resti di una rete di strade, statue e circa 100 vasche di fermentazione utilizzate per produrre il garum – rafforzando la convinzione che Neapolis fosse il principale produttore di Roma di questa salsa di pesce piccante usata per insaporire il cibo, e si espanse attraverso il suo commercio nel condimento.
L'attuale città di Nabeul si è sviluppata sull'antico sito di Neapolis ("città nuova" in latino), e i turisti visitano da tempo le poche rovine della colonia romana che rimangono sulla terraferma, costituite dalle fondamenta di un'unica villa e da ciò che resta di una fabbrica di garum.
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