Secondo un nuovo studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale, gli squali tigre sono più attivi e abbondanti nelle acque costiere a circa 22 gradi C.
Gli scienziati speravano che, comprendendo come la temperatura influenza sia i modelli di distribuzione che le prestazioni fisiologiche degli squali tigre, avrebbero avuto un mezzo per prevederne l'aspetto.
Sebbene ciò possa aiutare a proteggere i nuotatori, potrebbe anche aiutare a proteggere gli stessi squali da misure difensive letali. Un vantaggio collaterale potrebbe essere quello di aiutare i subacquei a localizzare una specie che per molti è un’attrazione popolare.
Per lo studio, condotto dal dottor Nick Payne della Queen's University di Belfast e dell'Università di Roehampton, i ricercatori hanno taggato gli squali tigre al largo delle Hawaii con accelerometri. Gli strumenti hanno misurato l’attività dinamica del corpo mentre gli squali nuotavano liberamente nel loro ambiente e hanno determinato come le loro prestazioni natatorie variavano con la temperatura dell’acqua.
Questi risultati, combinati con l’analisi di decenni di registrazioni dei tassi di cattura al largo della costa orientale dell’Australia, hanno rivelato la “nicchia termale” dello squalo tigre.
Una temperatura “Riccioli d’oro” di 22°C sembrava adattarsi meglio alla specie – né troppo calda né troppo fredda – e forniva un mezzo per prevedere il luogo e il momento della loro apparizione.
In Australia gli squali tigre vengono catturati al largo delle spiagge del Nuovo Galles del Sud principalmente nei mesi più caldi, ma i dati suggeriscono che abbondanze simili potrebbero verificarsi in qualsiasi periodo dell'anno se, come sembra possibile, le temperature annuali della superficie del mare aumentassero di ulteriori 1-2°C. C.
“Il modo in cui gestiamo i rischi associati alle specie di squali potenzialmente pericolose è difficile problema per le autorità”, ha affermato il dottor Payne.
“Approfondire la nostra comprensione della biologia e dell’ecologia delle specie pericolose potrebbe consentirci di sviluppare strategie di gestione degli squali che non si basino esclusivamente sull’uccisione degli squali.
“In alcune parti dell’Australia settentrionale, chiudiamo le spiagge e utilizziamo campagne di sensibilizzazione pubblica per ridurre al minimo i danni causati dai pungiglioni marini. Questa strategia di gestione si basa sulla nostra conoscenza che le meduse pericolose compaiono su quelle spiagge solo in determinate condizioni meteorologiche, anche quando l’acqua è calda».
Applicare tali avvisi stagionali agli squali tigre potrebbe aiutare a gestire e proteggere la specie, ha suggerito il dott. Payne.
Lo studio è pubblicato sulla rivista Global Change Biology.
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13-Mar-18
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