A una settimana dal fatale incidente che ha coinvolto un turista e uno squalo nella località turistica di Marsa Alam, sul Mar Rosso, il 29 dicembre, il comitato scientifico dell'Agenzia per la sicurezza nazionale egiziana Istituto nazionale di oceanografia e pesca (NIOF) aveva pubblicato il suo “rapporto finale” sulla questione.
Le vittime erano due turisti italiani: Gianluca Di Gioia, 48 anni, era morto mentre Peppino Fappani, 69 anni, che aveva cercato di aiutarlo, aveva riportato morsi alle braccia e alle gambe ma non era rimasto gravemente ferito. Gli uomini erano entrati in mare nei pressi del molo del Safaya Resort ma fuori dall'area designata per la balneazione e l'incidente è stato segnalato on Divernet.
Si ritiene ora che lo squalo responsabile sia stato uno squalo mako, di cui due specie, lo squalo pinna corta (Isurus oxyrinchus) e pinna lunga (Isurus paucus), si trovano nel Mar Rosso ma raramente vicino alle spiagge. Entrambi sono minacciati di estinzione a livello globale.
Il rapporto del NIOF dichiara che l’incidente, sebbene raro, “non è stato inaspettato” considerando la presenza di squali predatori naturali soprattutto nelle zone costiere poco profonde del Mar Rosso, secondo i riassunti in Egitto indipendente.
Il comportamento aggressivo dello squalo mako è stato attribuito alla pesca eccessiva praticata dalle imbarcazioni sia all'interno che all'esterno delle riserve naturali del Mar Rosso e ai suoi effetti dannosi sulle riserve di prede da cui dipendono gli squali.
"Ci sono forti prove che questo incidente non sia accidentale e, anche se questa pesca fosse completamente vietata, gli attacchi degli squali continuerebbero a verificarsi per molti anni, finché le riserve ittiche naturali non saranno sostituite", afferma il rapporto.
Sottolinea inoltre il pericolo derivante dal fatto che alle persone sia consentito nuotare in aree vietate e suggerisce che in questo caso sia stata la presenza di un branco di delfini a incoraggiare lo squalo ad andare a caccia.

Si ritiene che il fatto che la vittima fosse stata attaccata ma che il suo corpo non fosse stato consumato fosse significativo, probabilmente perché lo squalo si stava istintivamente difendendo da quella che considerava un'intrusione nel suo territorio di alimentazione.
Aveva attaccato gli uomini almeno cinque volte, il che suggerisce che fosse in preda alla frenesia dovuta alla mancanza di prede.
raccomandazioni
Il rapporto chiarisce che è necessario condurre ulteriori ricerche approfondite sul comportamento degli squali in collaborazione con le agenzie governative e il settore del turismo e contiene una serie di raccomandazioni volte a ridurre ulteriori incidenti e a migliorare le misure di sicurezza e protezione sulle spiagge turistiche.
Tra queste rientrano l'istituzione di un programma scientifico di monitoraggio degli squali della durata di un anno nelle zone costiere, utilizzando le più recenti tecniche di tracciamento; workshop di sensibilizzazione sugli squali per i proprietari di progetti turistici e capitani di imbarcazioni; e borse di studio scientifiche e programmi post-laurea per formare specialisti nel comportamento degli squali e di altri "organismi marini pericolosi".
Dovrebbe essere costituito un comitato per la gestione delle crisi legate agli squali, composto da rappresentanti del Governatorato del Mar Rosso, dell'Agenzia per gli affari ambientali, del NIOF e delle autorità sanitarie e di sicurezza; inoltre, le procedure di sicurezza marittima dovrebbero essere migliorate, con personale di soccorso qualificato presente sui moli degli hotel e attrezzature mediche avanzate e imbarcazioni di salvataggio veloci prontamente disponibili.
Dovrebbe essere elaborato un piano per gestire i rifiuti marini, regolamentare la pesca e combattere l'inquinamento marino per evitare di alterare il comportamento degli squali e mantenere l'equilibrio ecologico. E il rapporto ha confermato i precedenti avvertimenti contro le carcasse di animali e i rifiuti organici gettati dalle navi di passaggio e che attraggono gli squali nelle zone costiere.
Cosa non fare
Gli utenti dell'acqua dovrebbero evitare di: nuotare senza essere accompagnati; avventurarsi lontano dalla riva in zone profonde e scoscese; entrare in mare all'alba, al tramonto o di notte quando gli squali sono alla ricerca di cibo; indossare gioielli o abiti luccicanti; entrare in acqua con ferite aperte; e dare da mangiare agli squali.
Il comitato raccomanda inoltre di stimare gli stock di specie di squali in cooperazione con i paesi limitrofi, al fine di sviluppare piani di gestione e mantenere un equilibrio ecologico.
Un'ulteriore proposta è quella di separare l'area di pesca del Mar Rosso dal Golfo di Suez e vietare le imbarcazioni da pesca in tutte le parti del Mar Rosso da Ashrafi Reef al confine tra Egitto e Sudan a sud. Sarebbe invece consentito loro di operare al di fuori delle acque territoriali egiziane e la Great Fringing Reef verrebbe dichiarata riserva naturale.
La morte di Di Gioia è stata la prima segnalata in relazione agli squali dopo quella di un 24enne Snorkeler russo a Hurghada nel giugno 2023 in un incontro che si ritiene abbia coinvolto uno squalo tigre. Nel 2022 due turisti erano morti in quello che si pensava fosse un incontro con uno squalo tigre al largo di Hurghada.
Anche su Divernet: Muore un turista in un incidente con uno squalo nel Mar Rosso, Morte di uno squalo tigre a Hurghada, Morti attribuite alla femmina di squalo tigre