Non importa quali siano le dimensioni, la forma o il mezzo di propulsione di un animale marino, dalla balena all'uccello marino, tutti viaggiano attraverso o sopra l'oceano seguendo schemi simili, secondo uno studio australiano "primo nel suo genere".
I ricercatori dell’Università dell’Australia Occidentale e dell’Australian Institute of Marine Science hanno analizzato i risultati di un progetto di collaborazione mondiale chiamato Marine Megafauna Movement Analytical Program (MMMAP).
Lo studio ha esaminato la velocità e i modelli di movimento di oltre 2500 animali marini etichettati di 50 specie, monitorati via satellite negli ultimi 30 anni.
Tra le specie terrestri il movimento tende ad essere legato alle dimensioni corporee; ma il team è stato sorpreso di scoprire che specie marine non imparentate come balene, squali, orsi polari e uccelli marini mostravano tutti schemi di movimento simili.
Le differenze presenti tra tutte le specie erano legate alle loro destinazioni e si pensava fossero legate al modo in cui utilizzavano i vari habitat marini.
Il movimento in oceano aperto di questi “compagni di viaggio” era solitamente diretto direttamente verso un luogo chiave, mentre gli animali vicini alla riva, potenzialmente in cerca di cibo o protezione, avevano maggiori probabilità di adattare il loro comportamento.
“Gli habitat costieri come le barriere coralline e le alghe sono generalmente più complessi rispetto agli habitat in mare aperto al largo, e stimolano quindi modelli di movimento più complessi in questi animali”, ha affermato il coautore del rapporto, il dottor Michele Thums.
La capacità condivisa degli animali di adattare il comportamento all’habitat fa sperare che sarebbero stati più resistenti ai rapidi cambiamenti degli ambienti costieri di quanto ci si potesse aspettare, dicono i ricercatori.
Sebbene i risultati dello studio suggerissero che le specie marine si erano adattate alle diverse proprietà dell’ambiente marino costiero e offshore, restava importante capire come e quanto velocemente fossero in grado di adattarsi, ha affermato l’autrice principale, la dott.ssa Ana Sequeira.
“Ciò è particolarmente importante per guidare la gestione della conservazione, in vista dei gravi cambiamenti previsti negli oceani, tra cui l’innalzamento del livello del mare e la riduzione della copertura del ghiaccio marino artico”, ha affermato.
Il rapporto è pubblicato su PNAS e il team ora prevede di indagare sulle interazioni globali tra la megafauna marina e la navigazione marittima.
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02-Mar-18
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