Scienziati internazionali, anche dal Regno Unito, chiedono al governo delle Maldive di riconsiderare i suoi piani per ripristinare la distruttiva pesca con palangari – e sperano di contare sul sostegno dei subacquei preoccupati che visitano le isole dell’Oceano Indiano in cerca di esperienze con i grandi animali.
Secondo gli scienziati, la pesca con palangari minaccia le specie bersaglio e le catture accessorie e aumenta la pressione sulle popolazioni di tonno già sovrasfruttate da cui dipendono i pescatori locali di piccola scala.
Il progetto di regolamento delle Maldive consentirà lo sbarco delle catture accessorie di squali, mettendo a rischio il suo status di una sorta di santuario di squali e razze.
Secondo gli attivisti, i palangari riavvierebbero di fatto la pesca degli squali negli atolli e, minacciando anche stock ittici cruciali, inciderebbero negativamente sulla salute degli oceani, sui mezzi di sussistenza dei singoli pescatori che operano in modo sostenibile e anche sulle entrate derivanti dal turismo.
Il reddito dei pescatori risentirebbe della concorrenza della pesca d’oltremare, mentre l’esaurimento degli stock ittici necessari per nutrire le comunità costiere potrebbe diventare una preoccupazione umanitaria.
Il palangari è noto per i suoi alti tassi di catture accessorie, comprese le specie vulnerabili, che potrebbero avere un grave impatto sulla biodiversità marina. “Il palangaro rappresenta a de facto la revoca del divieto di lunga data sulla pesca degli squali che è stato determinante nel ricostruire la salute della vita marina alle Maldive”, affermano gli attivisti.
Le catture accessorie colpiscono specie di squali minacciate, mante, tartarughe e uccelli marini, a differenza dei metodi di pesca tradizionali come la lenza e la canna, che hanno ridotto al minimo i tassi di catture accessorie.
Le navi battenti bandiera straniera hanno iniziato la pesca con palangari alle Maldive nel 1985. La pratica è stata vietata nel 2010 a causa di problemi di gestione, ma è stata riaperta l’anno successivo prima che, in risposta a ulteriori irregolarità, il governo decidesse di interrompere il rilascio di nuove licenze nel 2019.
La Maldives Ocean Alliance (MOA), composta da imprese e ONG, ha collaborato con l'Unione dei pescatori di tonno pinna gialla per lanciare una petizione tramite OnlyOne, invitando la comunità internazionale a sensibilizzare il governo sulle ripercussioni ecologiche, economiche e reputazionali dei palangari.
Tra gli scienziati britannici che sostengono la campagna #AgainstLonglining figurano Daniel Pauly, un biologo marino ritenuto uno degli scienziati della pesca più citati al mondo, e il professor Callum Roberts, un biologo della conservazione marina dell'Università di Exeter.
“Le Maldive sono leader globali nella conservazione degli oceani, avendo protetto le loro acque dalla pesca di squali, mante e tartarughe dal 2009”, afferma Roberts.
“Riprendere la pesca con palangari sarebbe un modo altamente efficace per decimare la fauna selvatica oceanica e sperperare quella reputazione duramente guadagnata”. I subacquei possono firmare il petizione qui.
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